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«Educare i bambini non significa farli uscire dallo stato di vuoto musicale in cui si suppone essi si trovino, per portarli a un determinato livello di competenza, al contrario significa sviluppare una attività ludica già presente in loro [...] riscoprendo il senso di una reale "non direttività" [...] esiste in ogni bambino una tendenza e noi in definitiva la rispettiamo, la rispettiamo e la incoraggiamo.»
[...] Capitava infatti che una volta a settimana, un maghetto di nome Ugo venisse ad incontrarsi con i cuccioli e le maestre per parlare di musica. La giornata di Ugo era molto attesa e quando il maghetto faceva il suo ingresso accompagnato dalla sua assistente Veronica, veniva accolto da gridolini di gioia ed abbracci entusiasti. Quei momenti caratterizzavano l'ingresso in un nuovo mondo. Un mondo talmente ricco da far si che il linguaggio parlato lasciasse il posto a quello dei suoni, delle percezioni e al silenzio.