Il 'sistema' cervello e l'apprendimento musicale del bambino



IL 'SISTEMA' CERVELLO E L'APPRENDIMENTO MUSICALE DEL BAMBINO 

In collaborazione con Giovanni Piazza per un confronto con alcune pratiche dell'Orff-Schulwerk Italiano

(dal retro)
- Niente è meno dualistico, in senso cartesiano, che suonare uno strumento musicale: corpo, mente, fare e pensare si armonizzano, in musica, in un’unica esperienza. Questa è la conclusione cui ci porta questo libro di Silvia Cucchi, a cui risponde la definizione con cui Giovanni Piazza riassume la propria odierna concezione della pedagogia della musica: “Formare la mente musicale attraverso la pratica musicale”. 

- Silvia si è dedicata alle neuroscienze della musica, Giovanni alla metodologia pedagogico-musicale concepita e sviluppata da Carl Orff (Orff-Schulwerk), e dal loro incontro non poteva che nascere un libro sulle relazioni tra cognizione musicale e didattica musicale per bambini. C’è un pensiero cardine, condiviso tra i due, che permea proprio tutta la filosofia dell’Orff-Schulwerk Italiano: non si può strutturare un intervento didattico orientato a uno sviluppo globale delle attitudini musicali dei bambini senza comprendere i processi che le loro menti musicali - se immerse in un ambiente sonoro creativo plastico e modellabile - mettono in atto istintivamente

- Ci siamo mai chiesti come ascolta la musica la nostra mente? Come possiamo memorizzare una canzone? Cosa succede nel nostro cervello mentre leggiamo un pentagramma? Perché riusciamo a battere le mani a tempo? La letteratura neuroscientifica sul cervello musicale ci fornisce nuove evidenze su come l’esperienza musicale sia un complesso fenomeno multisensoriale che richiede la compartecipazione di moltissime funzioni cognitive: funzioni che sollecitano simultaneamente i sistemi uditivi, quelli visivi, quelli sensoriali, motori e limbici. 

- La pedagogia musicale si trova oggi a reinterpretare principi didattici ormai obsoleti attingendo ai più recenti studi sul cervello. Oggi sappiamo che la musica stimola la plasticità del cervello e ne potenzia le capacità e, per questo, possiamo affermare che lo studio della musica non può ridursi alla semplice acquisizione di un repertorio da eseguire: si deve arrivare alla costituzione di un ambiente musicale formativo dove gli allievi possano imparare ad elaborare in autonomia la propria idea sonora. Un intervento didattico efficace non può più prescindere, quindi, dal funzionamento cognitivo e biologico del nostro cervello. 

- Questo volume, ricco di esempi pedagogico-musicali, di interpretazioni neuroscientifiche, e corroborato da costanti confronti con le pratiche didattiche dell’Orff Schulwerk Italiano, è un itinerario guidato attraverso le raffinate operazioni mentali che il cervello deve compiere per elaborare uno stimolo musicale


Ho ascoltato Silvia Cucchi in alcuni suoi interventi durante i corsi di formazione che ho avuto la fortuna di frequentare e devo dire che è una persona fantastica! L'argomento di cui si occupa è "complesso" ma lei... non so... ti fa capire, scoprire, ragionare e divertire parlando di "musica" e "cervello". Bravissima!


Questo libro è un must have per tutti gli educatori musicali.

Puoi leggere la scheda e acquistare il libro qui.






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Da piccolo ogni padella che trovavo in cucina si trasformava all'istante in un tamburo, ogni coperchio in un piatto della batteria da suonare con i cucchiai. Da grande sono diventato un contrabbassista, 7 anni in Conservatorio a Roma e poi in giro per l'Italia a suonare con varie orchestre. Sempre da grande quando sono entrato all'Orff-Schulwerk ho preso i cucchiai lì per terra e girando e suonando ogni cosa rotonda sono entrato anche nella stanza di Musica in Culla. - Che cos'è quello? - mi domandai dopo aver visto un grande telo a spicchi colorati. Sono rimasto per scoprirlo. Oggi (da piccolo) mi dedico principalmente all'educazione musicale per l'infanzia e chiedo sempre a tutti i bimbi se nella loro cucina ci sono le padelle.